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IL MONDO DELLA LUNA


 

di Vincenzo Acquaviva


 

Il “sogno nel cassetto” conservato a lungo durante il periodo di formazione tecnica all’Istituto «V. Bottego» di Asmara era quello di esprimere le proprie capacità potendo partecipare ad uno dei tanti progetti di costruzione con le numerose imprese che in quegli anni operavano nel territorio africano : il Kenya, la Tanzania, la Nigeria, il Camerun, il Gabon, il Congo, la Rodesia e tanti altri stati africani nella fascia tropicale e sub-tropicale del complesso , immenso continente. Si sarebbe tradotto in realtà solo in seguito, nella sua più entusiasmante interezza!!……. – Ottenuto il sospirato diploma, la prima occasione di impegno lavorativo, per quanto di breve durata, si è manifestata dietro invito di un amico che mi consigliò di consultare una grossa compagnia di ricerca e sperimentazione mineraria americana alla ricerca di topografi che intendessero poter collaborare a rilievi in Dancalia e, più precisamente nella zona di Dallol. La multinazonale americana, con l’ausilio di sofisticati impianti, aveva ottenuto dal governo etiopico il «via libera» per l’estrazione della potassa che chimicamente elaborata, produceva un componente, per quanto non ufficialmente dichiarato, sarebbe dovuto essere utilizzato in campo militare.


 

Accantonato momentaneamente «il sogno nel cassetto», accettato l’incarico, firmato il contratto, con un bimotore , ex-bombardiere DAKOTA della compagnia della Ethiopian Air Lines vengo trasferito nella depressione Dancala con sede a Dallol. Il volo dura circa un’ora e all’approssimarsi della meta un luccichio accecante trapassa gli obloo del velivolo ed il capitano annuncia che siamo in procinto di atterraggio in prossimità del villaggio di Dallol . Portando una mano alla fronte per attutire l’intensità luminosa, volgo lo sguardo verso terra dove appare una vastissima distesa bianca. E’ l’inconfondibile estesa piana del sale che si sviluppa per migliaia di Km. quadrati ed i raggi del sole che la colpiscono riflettono la luce abbagliante. La stiamo sorvolando a bassa quota a circa - 120 mt. di depressione sotto il

livello del mare!!..

Lo spettacolo è abbacinante, stordente e suggestivo. I carrelli dell’aereo rullano con un sordo scricchiolio sulla vasta distesa bianca e una nuvola come di nevischio si spande voluminosa dietro l’aeromobile. E’ soltanto la polverizzazione dello strato superficiale del sale che si sbriciola sotto il peso dei larghi pneumatici del velivolo. L’attrito con la spessa coltre di sale quasi frena il velivolo che si ferma dopo un breve rullaggio. Insieme ad altri componenti della compagnia scendo e vengo investito da una folata di aria calda, opprimente. Posando i piedi sull’enorme tappeto di sale, ho la sensazione che le scarpe, per quanto leggere prendano fuoco. La temperatura è allucinante, ma dopo un primo attimo di sgomento, trovo la forza di raggiungere la Land-Rover decapotabile che ci condurrà al campo base. Durante il tragitto di una decina di Km. , lo sguardo avido , affamato, cerca in tutte le direzioni e fino all’orizzonte delle immagini che mi possano : incantare, stupire, spaventare. Quello che appare è inverosimile!!!… La sensazione è comparabile a quella provata , anni dopo, da L. Amstrong quando per la prima volta calpestò il suolo lunare. Tutto intorno : soffioni verosimilmente boraciferi, caldare spumegginti, strane increspature biance di sale venate dal giallo dello zolfo disciolto, congregazioni che increspano la superficie di colore rossiccio ; dovrebbero essere componenti di materiale ferroso che per effetto dei processi chimici e l’alta temperatura si ossidano al contatto dell’aria. Poco più lontano alte guglie di cenere che dal grigio, sfumano al verde pallido ed in profondità al rosa intenso per effetto dei raggi obliqui del sole che penetrano negli anfratti più profondi dove l’azione del vento e delle rare precipitazioni piovose hanno scavato cunicoli, grotte, trincee, canali, ponti e le forme più bizzarre sono la testimonianza della lunga , corrosiva opera degli elementi della natura che desta sorpresa e curiosità frammiste alle innumerevoli espressioni di umano entusiasmo.

IL DESERTO DIPINTO


 

SORGENTI SOLFOROSE E CRISTALLIZZAZIONI



 

Nella direzione opposta : altissime torri , prevalentemente costituite da cenere solidificata, aggregate a sale, zolfo, potassa in un misto di elementi di un' alchimia magicamente stregata sovrastano la grande piana, quasi volendola proteggere dalle immaginarie incursini degli "alieni" che potrebbero invadere questo mondo proibito del dio Vulcano, pronto a difendere il bene prezioso : il "FUOCO". La vista di questo mondo apocalittico che viene costantemente amalgamato, sconvolto, modellato, ristrutturato in forme, colori e dimensioni sofisticate, mi ammalia, mi sorprende, rende la mia natura umana : inerme, indifesa, alla merce di cataclismi che si perpetuano perenni da milioni di anni e sono in grado di annientare, annullare, incenerire in un baleno qualsiasi forma di vita. L'imprevedibilità degli elementi catastrofici naturali é in

costante agguato in quanto l'imperituro movimento delle placche terrestri é parte integrante dell'evolversi di questo nostro pianeta.

A distanza funarole di gas, cenere, lapilli, indicano la presenza di vulcani attivi che contribuiscono a tenere sempre efficciente il calore intenso del magma liquido che a tratti emerge dalle bocche per poi scendere solidificandosi alle pendici basali dei vulcani.

 

TORRI DI CENERE SOLIDIFICATA CON AGGREGAZIONI DI SALE – ZOLFO - POTASSA


 


 

La mente vaga in un marasma di sensazioni ed emozioni che si infrangono con l’inusitata forza e potenza della natura che mi circonda e non consente esprimere opinioni di alcun genere, non essendo alla portata della ragione e della razionalità. Io e gli altri componenti la spedizione, inoltrandoci con l’astronave “Land-Rover”, siamo soltanto degli usurpatori curiosi, desiderosi di scoprire la vera essenza della vita che deve ancora manifestarsi attraverso l’incandescente magma di questo paesaggio lunare, ma qui, il tempo non ha tempo e la nostra ingiustifica, ingenua curiosità non verrà mai appagata. Una nuova sensazione pervade la mia mente ; questo è anche il "mondo" del silenzio!!... Gli unici rumori percettibili sono : il gorgoglio delle sorgenti di fango e acqua ad alta temperatura, l'ansimare ritmico dei gheiser, qualche attenuato rombo di piccoli vulcani che a tratti dalle fenditure emettono magma dall'inconfondibile odore acre e pungente dei tanti minerali disciolti. A perdita d'occhio nessuna presenza umana, nessun animale, nessun arbusto. La Land-Rover con il rombo del motore ed il suo carico di annichiliti esseri umani é la sola presenza "viva" nell'imponente quadro di un "caos" primordiale dove gli elementi primigeni cercano una collocazione che modelli la crosta terrestre ancora tanto scomposta e instabile, per poi essere spinta ad entrare nel turbinio della galasssia che la proietterà negli spazi sconfinati dell’universo.

LO SMERALDO INCASTONATO NEL SALE

 

La domenica successiva, dopo un lungo meritato riposo per i gravosi impegni di lavoro, ci viene concesso l'utilizzo di un Land-Rover per una visita fuori campo. Accompagnato da un tecnico greco che da diversi anni lavora con la compagnia mineraria ci si lancia a piena velocità nella liscia distesa della piana del sale. Il colllaboratore greco, con il solo ausilio di una bussola, si dirige in una direzione indefinita dichiarando che andremo verso le falde montuose dell'altopiano etiopico per assistere all'estrazione del salgemma ,essenziale elemento alimentare per uomini ed animali , venduto nei mercati delle cittadine di Maccalè ed Axum. Ci si arriva dopo una sfrenata corsa e, come per incanto ecco apparire ai nostri occhi una numerosa comunità di uomini che con attrezzatura elementare scava ed intaglia con sorprendente precisione mattonelle di salgemma che dopo essere state ripulite da rimanenti impurità vengono caricate su rudimentali selle di legno sui fianchi dei pazienti, sonnacchiosi dromedari che a centinaia sono accasciati a poca distanza sotto sporadiche, spoglie acacie, in attesa di iniziare la risalita verso l'altopiano etiopico in lunghe carovane che si inerpicano su sentieri impervi e scoscesi. Ci si intrattiene a lungo con gli infaticabili "minatori del salgemma" per sapere e scoprire tutti i segreti ed i sacrifici di un lavoro che azzarderei definire da "forzati". La cominità é rappresentata da etnie AFAR e TIGRINE che con affabile riconoscenza per la nostra visita, sacrificano un capretto che arrostito su grossi massi rocciosi incandescenti, risulta semplicemente squisito.La giornata volge al termine, il sole lentamente scende scavalcando le montagne d'Etiopia e gli ultimi raggi trasformano la distesa bianca di sale in un tappeto rosso-arancione. Come in una favola d'altri tempi ripercorriamo a ritroso il cammino per rientrare al campo.
 

MINERALI DI FERRO – SALE – ZOLFO E SORGENTI DI ACQUA CALDA

LA CAROVANA DEL SALGEMMA